Il Mammut dell’Aquila: scoperta preistorica in Abruzzo
Posted on 26 giugno 2025
Episodio #1 – Il Mammut dell’Aquila
In ogni terra ci sono storie che si impongono per grandezza, profondità e significato.
Noi in Abruzzo li chiamiamo Giganti: perché lasciano il segno, perché si stagliano come montagne, perché portano sulle spalle secoli di identità.
Con questa nuova rubrica vogliamo dare voce a ciò che rende l’Abruzzo grande nel tempo e nello spazio.
Figure storiche che hanno lasciato un’impronta nel mondo. Monumenti che tolgono il fiato. Record naturali e simboli che parlano al cuore.
Non è solo un elenco di eccellenze. È un viaggio narrativo ed emotivo, che potrà portarci lontano nel tempo e nello spazio – e chissà, forse un giorno anche fisicamente nei luoghi raccontati.
Ma oggi, questo viaggio comincia da una storia sotterranea.
Da un colpo di trivella che riportò alla luce… un colosso dimenticato.
Il Gigante che dormiva sotto la terra
Il Mammut dell’Aquila – 1954
Siamo nel 1954.
Nelle campagne vicino L’Aquila, alcuni operai stanno scavando un pozzo in una cava d’argilla. È un giorno come tanti. Ma all’improvviso, la trivella si blocca. Ha colpito qualcosa di duro. Non è roccia.
Con lentezza e incredulità, emergono enormi ossa, e poi… una zanna, lunga quasi due metri.
È lo scheletro di un Mammuthus meridionalis, una specie vissuta circa 1,3 milioni di anni fa.
Un ritrovamento straordinario: uno degli esemplari di mammut più completi d’Europa.
Ma la storia non finisce qui.
Gli studiosi scoprono che al mammut manca una zanna. La perse, forse, durante un violento combattimento. Quella ferita si infettò.
E con lo sbilanciamento, il gigante sviluppò una scoliosi deformante.
Un dolore che lo ha accompagnato fino alla fine.
Un colosso piegato ma non vinto.

Sorcio del Castello Spagnolo dell’Aquila dov’è conservato il mammut. Una delle realizzazioni più grandiose e meglio conservate dell’architettura militare moderna sul suolo europeo.
Oggi questo gigante è custodito ed esposto nel Bastione Est del Castello Cinquecentesco dell’Aquila, e rappresenta molto più che un fossile:
è un simbolo di resistenza, di forza e di memoria profonda.
Come dire: anche sotto terra, la Storia non muore. Dorme.
Un progetto che cresce con te
Questa è la prima tappa di un progetto narrativo e identitario.
Nei prossimi episodi potremmo incontrare:
-
uomini come Gabriele D’Annunzio, Corradino D’Ascanio, Ignazio Silone,
-
luoghi come Rocca Calascio, il Guerriero di Capestrano, il Gran Sasso,
-
simboli unici come l’orso marsicano, il ghiacciaio Calderone, la Transiberiana d’Italia…
Ma tutto inizia da lui:
dal nostro gigante silenzioso, che con una sola zanna ci ha detto tutto.
“Anche i giganti si piegano. Ma non per questo smettono di insegnare.”
🔚 Un passo alla volta, un Gigante alla volta
In ogni puntata di questa rubrica proveremo a far emergere, dalle pieghe del tempo o dalle vette più alte d’Abruzzo, quei Giganti che ci parlano ancora oggi.
Non tutti sono fatti di pietra o ossa. Alcuni sono idee, invenzioni, persone, simboli.
E se anche tu conosci un gigante dimenticato, un luogo poco noto, una storia che merita di essere raccontata…
scrivilo nei commenti o contattami. Questo viaggio è di tutti noi.
✍️ A cura di Nicola SALVATORE
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